Foto di: Gigi Montali
Di Gabriele Parrillo e Daniela Savoldi con Benedetta Bastianini (canto) e Flavio Spotti (percussioni). Testi di Dante, Ted Hughes, Neruda, Varujan, Sanders, Ghibellini, Saint Exuspery.
“A riveder le stelle” ultima creazione nata dalla collaborazione di Gabriele Parrillo (attore e regista), con la musicista Daniela Savoldi, dopo il Cammino del Perdono ( deSidera Festival 2016), Samia, una bimba che sognava correre (Homo Migrans 2016-Festival Punto e a Capo 2017) e Versi d’alba ( Festival Lentezza 2019).
Rivolgendo lo sguardo verso le stelle, si passa da Dante con le chiuse delle tre cantiche, a le Metamorfosi di Ovidio rivisitate da Ted Huges, dove Prometeo svela di aver creato, al contrario delle bestie, appese ad un ossatura orizzontale, l’essere umano in equilibrio, per tirargli su il mento, ed aprirgli lo sguardo verso il cielo.
Dunque il dialogo del pastore errante con la luna, si trasforma nel dialogo fra il lettore contemporaneo e il poeta Giacomo, e poi in quello di un padre con la propria figlia, che prende a prestito le parole dell’astrofisico Ghibellini e di Ella Sanders, per spiegarle che noi siamo concretamente, scientificamente, “figli delle stelle” proprio come recita Alan Sorrenti nella sua deliziosa canzone.
L’ebbrezza e la nostalgia del cielo, del nostro Ungaretti e del poeta armeno Varujan, e l’ironia , il gioco e la passione dell’irrefrenabile verso di Neruda, ci conducono al piccolo principe, e al finale delle sue stelle che ridono..
Lo spettacolo risulta molto suggestivo, colto e popolare al tempo stesso , grazie al dialogo mai scontato dei versi con la musica , davvero “spaziale” quella di Daniela Savoldi, al violoncello -loop station( una vera orchestra in una sola musicista!), e grazie al prezioso arrangiamento, di canzoni mitiche pop rock, dedicate alla luna, le stelle, e l’universo (Bowie, Sting, Beatles, Sorrenti, Lou Reed), a cui Benedetta Bastianini dona la sua cristallina e al tempo stesso appassionata interpretazione, che fanno da contraltare ai grandi classici della poesia e letteratura
Il tutto condito dal tocco magico delle ricercate percussioni di Flavio Spotti, in prestito alla musica antica, come trade union fra i classici antichi e quelli contemporanei: gli arditi ma felici accostamenti che tessono i fili della forte emozione di “A riveder le stelle”.
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